La Fitocosmesi e Cosmetica Naturale
La fitocosmesi è quel ramo della cosmesi che utilizza principi attivi estratti da vegetali. Il termine deriva da Kosmèsis (adornare) e Phyto (pianta) e viene usato per indicare l’utilizzo predominante e preferenziale di derivati vegetali nei prodotti cosmetici L’origine della fitocosmesi è antichissima, si può dire che sia nata con lo sviluppo delle civiltà storiche.
Le tradizioni popolari ci tramandano un utilizzo diffuso di preparati a base di piante officinali, che spesso si confonde con le preparazioni curative (fitoterapia). Si trattava di preparazioni semplici e quasi sempre estemporanee utilizzate a livello popolare con un alone di magia, ma già simili concettualmente, ai prodotti di oggi.
Alla fine degli anni ’40 la fitocosmesi
iniziò un nuovo sviluppo che oggi ne fa la via cosmetica maggiormente percorsa
e sempre più arricchita di nuove ricerche e possibilità. Subito dopo nacque il concetto di cosmesi naturale che affianca
alla fitocosmesi (che si riferisce più specificatamente ai principi attivi)
anche eccipienti, oli attivi,
conservanti ed oli essenziali per dare coerenza di naturalità a tutto il
preparato cosmetico.
La ragione principale di questo recente
sviluppo sta nel miglioramento delle
prestazioni del prodotto cosmetico naturale rispetto al prodotto cosmetico
tradizionale. Questo nuovo scenario è dovuto in gran parte alla possibilità di
utilizzare materie prime e principi attivi definiti natural-derivati nei quali
la parte naturale della molecola ha un’importanza primaria nella funzionalità
del prodotto. Nel caso di utilizzo di materie prime naturali in senso stretto,
il problema è molto più complesso.
Il termine “naturale” infatti è un termine che piace sempre più a chi è
vicino al mondo della natura, del semplice, dell’incontaminato. Non sempre
però tutto quello che viene dichiarato naturale è realmente tale. Oggi ci si
avvicina al
concetto di “cosmetico vegetale integrale”
impiegando emulsionanti di derivazione vegetale, oli essenziali per la
profumazione, coloranti vegetali, sino ad arrivare all’uso di inibitori di
crescita di provenienza vegetale al posto dei conservanti di sintesi.
C’è,
tuttavia, difficoltà di progettazione di un prodotto cosmetico che sia interamente
vegetale ad eccezione di oli per la pelle (olio di mandorle), acque
distillate aromatiche (acqua di rose, di fiori d’arancio), unguenti a base di
burri (unguento per il corpo a base di cacao e carota, burro di karitè per
massaggi al viso) e cere vegetali (cera carnauba, cera jojoba).
Esiste infatti una certa graduatoria della naturalità
delle materie prime cosmetiche, in quanto, anche se venduti in erboristeria,
non si può parlare di prodotti completamente naturali o vegetali.
Si fanno quindi 3 distinzioni sulla naturalità delle materie prime in cosmetica:
1) sostanze
estratte da vegetali, o minerali
senza che sia stata apportata alcuna modifica chimica ed estratta soltanto con
mezzi fisici ( olio di cocco)
2) derivati
naturali in cui le modifiche sono di lieve entità senza ridurre la
naturalità del prodotto (olio di cocco idrogenato).
3) Quando
intervengono processi chimici sulle sostanze, in questo caso i composti che
si ottengono sono considerati “ottenuti
da sostanze naturali” (acido grasso + proteine= lipoderivato).
I prodotti che provengono da processi chimici e che
prendono origine da sostanze a loro volta ottenute per sintesi, sono definiti composti sintetici.
La cosmetologia moderna insegue sicuramente la
naturalità, non bisogna dimenticare però che “sintetico” non significa
“tossico” e che “naturale” non significa “innocuo”, al contrario, alcune piante
possono contenere veleni e la stessa sostanza funzionale può essere dannosa per
l’organismo se impiegata erroneamente.
E’ compito quindi del cosmetologo
moderno di garantire i consumatori che non sono state impiegate sostanze
potenzialmente rischiose per la loro salute e per la tutela dell’ambiente.