Il tuo organismo utilizza tutto ciò che mangi?
Partiamo dalla definizione di Biodisponibilità: si tratta di
un termine preso in prestito dalla farmacologia e indica la frazione di sostanza
(in questo caso “nutraceutico”) che raggiunge
il circolo sanguigno e di conseguenza cellule e tessuti.
Tutto ciò che ingeriamo, dal salutare frutto alla golosa
pasta, dal gelato creatore di sensi di colpa al centrifugato detossificante,
passa attraverso il nostro apparato digerente che, senza voler approntare una
lezione di anatomia, è compostoda stomaco – intestino tenue – fegato –
intestino crasso più qualche altro organo importantissimo come il pancreas e la
cistifellea.
Questo insieme di organi è deputato alla digestione:
processo con cui il cibo viene “demolito”, nei mattoni che lo costituiscono, in
modo da poter essere assorbito e fornire nutrimento per la sopravvivenza delle
nostre cellule e il conseguente benessere dell’organismo.
Il punto è che non tutti i “mattoni” sono ugualmente assorbiti
dal nostro organismo (e in grado di raggiungere il circolo sanguigno) ma, a
seconda delle loro caratteristiche chimico-fisiche, alcuni diventano
rapidamente disponibili per le cellule, altri rimangono nel lume intestinale per poi essere eliminati.
Eccoci tornati al concetto di biodisponibilità: quando assumo un
alimento, il mio organismo è in grado di assorbire tutto ciò che contiene e
farlo arrivare alle cellule?
La risposta è NO, ma non sempre è un male, alcune sostanze,
infatti, è bene che rimangano nel lume intestinale e non vengano digerite,
altre sono indispensabili e quindi devono assolutamente raggiungere il circolo
sanguigno, altre ancora dovrebbero essere assorbite ma purtroppo il nostro
organismo non ci riesce.
Ecco alcuni esempi che mi auguro chiariscano i dubbi:
- Fibre
alimentari (da cereali integrali, da frutta, verdura e legumi): si
dividono in solubili e non solubili ma sono sempre INDIGERIBILI, il nostro
intestino non è in grado di romperle in pezzetti più piccoli.
E allora a cosa
servono se non vengono per niente digerite?
Assorbono acqua e aumentano la massa
all’interno dell'intestino: favoriscono così l’evacuazione, contrastano la stitichezza e prevengono l'insorgere della diverticolosi.
Quelle solubili (un esempio è la pectina)
creano una gelatina a contatto con l’acqua: favoriscono il senso di sazietà e
riducono l’assorbimento di sostanze “non buone” come ad esempio i grassi.
- Sali
minerali e vitamine: nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata,
sono presenti tutti i micronutrienti di cui abbiamo bisogno ma a volte è
necessaria un’integrazione: o perché non sono in quantità sufficienti, o perché
non sono, appunto, disponibili.
Spesso il miglior modo per assumere un minerale
o una vitamina è attraverso il cibo, anche se esistono delle eccezioni:
esistono studi, ad esempio, che dimostrano come l’acido folico supplementato
sia più biodisponibile del folato alimentare. [1]
Altrettanto spesso gli integratori, se non
formulati bene, non permettono l’assorbimento delle sostanze contenute in
quantità rilevanti(gli esempi principali sono Magnesio, Calcio, Ferro…).La
regola generale, che sicuramente ci premureremo di approfondire nei prossimi
articoli, è quella che i sali organici (citrati, pidolati, gluconati) sono più
biodisponibili dei sali inorganici (ossidi, carbonati, solfati).
-Altri nutraceutici: gli alimenti sono ricchi di
sostanze con attività fisiologica ampiamente studiati e assunti per i loro
benefici effetti: dai polifenoli ai carotenoidi, dai glucosinolati ai
fitoestrogeni [2]; alcuni di questi sono lipofili, e, a causa della
loro scarsa solubilità in acqua, vengono assorbiti in misura minore dal nostro
intestino per passare nel circolo sistemico, alcuni esempi abbastanza noti sono
i carotenoidi e la curcumina. Per questo tipo di molecole, in
generale, l’assunzione ai pasti ne migliora l’assorbimento grazie alla
componente grassa del cibo, inoltre molte molecole sono meglio assorbite se
assunte come fitocomplesso, ossia assieme alle altre componenti della pianta
anziché isolate (un esempio è la curcumina).
A volte, poi,
esistono sinergie tra sostanze diverse che migliorano l’assorbimento: l'assunzione
concomitante di pepe, ad esempio, grazie alla piperina, molecola deputata alla
sua piccantezza, ha dimostrato aumentare notevolmente la biodisponibilità della
curcumina [3]. Un altro esempio è la vitamina C che aiuta l’organismo
ad assorbire il ferro[4] aumentando addirittura di tre volte la sua
disponibilità.
1. Hannon-Fletcher
MP, Armstrong NC, Scott JM, Pentieva K, Bradbury I, Ward M, Strain JJ,
Dunn AA, Molloy AM, Kerr MA, McNulty H. (2004). Determining
bioavailability of food folates in a controlled intervention study. American Journal of Clinical
Nutrition 80(4):911-918.
2. Brunella CARRATÙ e Elisabetta SANZINI (2005). Sostanze biologicamente attive presenti negli alimenti di origine vegetale. Annuali Istituto Superiore di Sanità 41(1):7-16 (http://www.eatris.it/binary/publ/publi/4117.1121684384.pdf)
3. Shoba G1, Joy D, Joseph T, Majeed M, Rajendran R, Srinivas PS. (1998)
Influence of piperine on the pharmacokinetics of curcumin in animals and
human volunteers. Planta
Med. 64(4):353-6.
4. Teucher B, Olivares M, Cori H. (2004). Enhancers of iron
absorption: ascorbic acid and other organic acids. International Journal of Vitamin and Nutrition Research
74(6):403-419.