Il Coenzima Q10: mediatore energetico di tutte le cellule dell’organismo
Il coenzima Q10 appartiene al gruppo degli ubichinoni, fu scoperto nel 1957 da Crane nei mitocondri (gli organi cellulari deputati alla produzione di energia) di cuore di bue.
Nei mitocondri, il coenzima Q10 funge da trasportatore di idrogeno nelle catene di ossidoriduzione ed è quindi importante per la produzione di energia sotto forma di ATP.
La scoperta delle principali funzioni del coenzima Q10 fruttò a P. Mitchell il premio Nobel per la medicina nel 1978.
In natura è contenuto nella carne, nel pesce, nei cereali, nella soia, nelle noci e in altri vegetali. Il coenzima Q10 è sintetizzato dal nostro organismo, ma la sua produzione diminuisce con l’età. Il fabbisogno giornaliero si stima essere di 5 mg, mentre l’integrazione consigliata per chi supera i 35-40 anni è di 50 mg al giorno. Ma anche la malnutrizione e l’eccessivo consumo di alcool portano a deficit di Coenzima Q10.
Quando assunto come integratore, dopo la somministrazione orale di Coenzima Q10, il suo livello di picco nel plasma si raggiunge entro 5-10 ore, mentre l’emivita plasmatica media (ovvero il tempo necessario per “smaltirne” la metà) è di 34 ore. L’assorbimento del composto viene facilitato con la sua somministrazione insieme a sostanze lipidiche (grasse), come gli oli vegetali o la vitamina E.
Dopo l’assorbimento, il Coenzima Q10 viene sequestrato dai chilomicroni e depositato nel fegato come parte delle lipoproteine VLDL. L’eliminazione ha luogo essenzialmente lungo il tratto biliare ed oltre il 50% di una dose viene eliminato con le feci. Il CoQ10 esogeno viene poi captato dalle cellule che ne siano deficitarie e qui è incorporato nei mitocondri.Poiché la produzione del Coenzima Q10 dipende da una via metabolica che vede prima la produzione di colesterolo, in chi assume farmaci che riducono la colesterolemia (statine) vi può essere una perdita di Coenzima Q10, che favorisce la comparsa di effetti collaterali correlati all’assunzione di questi farmaci. Oltre alla sua funzione di coadiuvante nella sintesi endogena di energia, il coenzima Q10 è un potente agente antiossidante e spazzino di radicali liberi. L'unione di queste due azioni principali ne giustifica il suo potenziale ruolo protettivo in un ampio range di condizioni patologiche, che vanno dalle patologie neurodegenerative al deficit di fertilità.
I risultati più promettenti sono stati ottenuti con dosaggi elevati assunti per periodi prolungati.Per quanto riguarda gli effetti sull’assetto lipidico, la supplementazione con coenzima Q10 è associata ad un minimo ma significativo calo dei livelli plasmatici di Lipoproteina(a), dei trigliceridi (solo nei soggetti diabetici) e dell’ossidabilità del colesterolo LDL.In ambito cardiologico l’interesse per il coenzima Q10 è stato rinvigorito dalla pubblicazione del Q-SYMBIO Study. In questo trial condotto 420 soggetti affetti da scompenso cardiaco moderato-severo in trattamento farmacologico massimale sono stati randomizzati ad assumere per 2 anni placebo o Coenzima Q10 100 mg 3 volte al giorno. A fine studio si è dimezzato il rischio di malattia cardiovascolare e di morte, senza rilievo di effetti collaterali importanti.
In altri settori, il miglioramento della capacità di “respirazione cellulare” e quindi della capacità delle cellule di produrre ed utilizzare energia è stato associato ad un miglioramento della percezione della qualità della vita in soggetti anziani ed in persone affette da fibromialgia. In alcuni studi la supplementazione cronica con Coenzima Q10 ha dimostrato di ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi di emicrania in soggetti predisposti. Negli sportivi ha consentito di migliorare le performance (nei limiti del fisiologico) e di ridurre i tempi di recupero.