Lassativi, i 4 tipi tra cui scegliere

27/01/2016
 

La stipsi è una condizione molto comune, e non una malattia come molti pensano, caratterizzata da una sensazione di defecazione non soddisfacente (Stipsi deriva dal greco stýpsis “restrizione”, deriv. di stýphein).

Ne è affetto il 15-20% della popolazione; le persone più colpite sono le donne, a causa di fattori anatomici e funzionali, e gli anziani, soprattutto dopo i 70 anni.
 Si definisce stipsi una frequenza inferiore a due evacuazioni a settimana oppure la presenza di almeno due dei seguenti sintomi:

- Frequenza inferiore a 3 evacuazioni a settimana
- Eccessivo sforzo alla defecazione
- Sensazione di incompleta evacuazione          
- Feci dure e/o capriniformi

Come risolvere il problema?

Partiamo innanzitutto col modificare lo stile di vita e le abitudini alimentari.

In parole povere: fare movimento, aumentare il consumo di fibre e bere almeno 1.5 L di acqua al giorno.

Lo avete già fatto senza ottenere alcun risultato?
Forse è il caso di ricorrere ai lassativi.
Non necessariamente farmaci ma anche integratori e dispositivi medici. Questa categoria di prodotti è abbastanza eterogenea ma riconducibile a 4 semplici classi[1][2][3]:

1.  Lassativi da contatto. Agiscono sulle cellule della parete intestinale aumentando le contrazioni e la peristalsi, favorendo così l’avanzamento della massa fecale lungo l’intestino. Possono essere a base di: Cascara, Senna, Frangula, Rabarbaro, Aloe. I principi attivi responsabili di tale azione sono i glicosidi antrachinonici. Questi lassativi dovrebbero essere assunti solo al bisogno e per massimo 10 giorni. Tra gli effetti collaterali riportati vi sono crampi e dolori addominali.

2.  Lassativi formanti massa. Sono generalmente fibre insolubili che, non essendo assorbite, aumentano la massa fecale favorendo il transito intestinale. Al fine di evitare l’ostruzione intestinale, è necessario assumerli con un’adeguata quantità di acqua. Quali sono? Fibre, Metil Cellulosa, Semi di Psillo, Agar-Agar, Crusca. Possono causare distensione addominale e flatulenza.

3.  Lassativi emollienti.  Come dice la parola stessa, si tratta di sostanze in grado di rendere il materiale fecale meno duro, facilitandone così il transito e l’espulsione. I più comuni sono gli Olii (di ricino, di mandorle, ecc.) e la Paraffina Liquida. L’irritazione anale rappresenta un grosso limite al loro impiego.

4.  Lassativi osmotici. Trattengono, per osmosi, un elevato volume di liquidi, accelerando in questo modo il transito del contenuto attraverso l’intestino tenue. Si tratta di Sali di magnesio,Lattulosio, Macrogol, Mannite e Sorbitolo. Le problematiche più comuni sono: meteorismo e alterazioni elettrolitiche (soprattutto i Sali).






FONTI:
[1]http://www.simg.it/Documenti/Rivista/2011/06_2011/10.pdf
[2]http://www.hsr.it/clinica/specialita-cliniche/gastroenterologia-ed-endoscopia-digestiva/stipsi-croni...
[3]http://www.progettoasco.it/riviste/rivista_simg/2012/02_2012/9.pdf

 
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