Lassativi, i 4 tipi tra cui scegliere
La stipsi è una condizione molto comune, e non una malattia come molti pensano, caratterizzata da una sensazione di defecazione non
soddisfacente (Stipsi deriva dal greco stýpsis “restrizione”, deriv. di stýphein).
Ne è affetto il 15-20% della popolazione; le persone più
colpite sono le donne, a causa di fattori anatomici e funzionali, e gli
anziani, soprattutto dopo i 70 anni.
Si definisce stipsi una
frequenza inferiore a due evacuazioni a settimana oppure la presenza di almeno
due dei seguenti sintomi:
- Frequenza inferiore a 3 evacuazioni a settimana
- Eccessivo sforzo alla defecazione
- Sensazione di incompleta evacuazione
- Feci dure e/o capriniformi
Come risolvere il problema?
Partiamo innanzitutto col
modificare lo stile di vita e le abitudini alimentari.
In parole povere: fare
movimento, aumentare il consumo di fibre e bere almeno 1.5 L di acqua al
giorno.
Lo avete già fatto senza ottenere alcun risultato?
Forse è il
caso di ricorrere ai lassativi.
Non necessariamente farmaci ma anche
integratori e dispositivi medici. Questa categoria di prodotti è abbastanza
eterogenea ma riconducibile a 4 semplici classi[1][2][3]:
1. Lassativi da contatto. Agiscono sulle
cellule della parete intestinale aumentando le contrazioni e la peristalsi,
favorendo così l’avanzamento della massa fecale lungo l’intestino. Possono
essere a base di: Cascara, Senna, Frangula, Rabarbaro, Aloe. I principi attivi
responsabili di tale azione sono i glicosidi antrachinonici. Questi lassativi
dovrebbero essere assunti solo al bisogno e per massimo 10 giorni. Tra gli
effetti collaterali riportati vi sono crampi e dolori addominali.
2. Lassativi formanti massa. Sono
generalmente fibre insolubili che, non essendo assorbite, aumentano la massa
fecale favorendo il transito intestinale. Al fine di evitare l’ostruzione
intestinale, è necessario assumerli con un’adeguata quantità di acqua. Quali
sono? Fibre, Metil Cellulosa, Semi di Psillo, Agar-Agar, Crusca. Possono
causare distensione addominale e flatulenza.
3. Lassativi emollienti. Come dice la parola stessa, si tratta di
sostanze in grado di rendere il materiale fecale meno duro, facilitandone così
il transito e l’espulsione. I più comuni sono gli Olii (di ricino, di mandorle,
ecc.) e la Paraffina Liquida. L’irritazione anale rappresenta un grosso limite
al loro impiego.
4. Lassativi osmotici. Trattengono, per
osmosi, un elevato volume di liquidi, accelerando in questo modo il transito
del contenuto attraverso l’intestino tenue. Si tratta di Sali di
magnesio,Lattulosio, Macrogol, Mannite e Sorbitolo. Le problematiche più comuni
sono: meteorismo e alterazioni elettrolitiche (soprattutto i Sali).
FONTI:
[1]http://www.simg.it/Documenti/Rivista/2011/06_2011/10.pdf
[2]http://www.hsr.it/clinica/specialita-cliniche/gastroenterologia-ed-endoscopia-digestiva/stipsi-croni...
[3]http://www.progettoasco.it/riviste/rivista_simg/2012/02_2012/9.pdf