Fitoterapia e Omeopatia. Conosci le differenze?
Esistono delle differenze tra un fitoterapico e un omeopatico? E se sì,
quali sono?
Partiamo innanzitutto con le definizioni fornite dal
Ministero della Salute:
- “I medicinali fitoterapici sono tutti
quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Questi
medicinali sono stati ufficialmente approvati dall’AIFA (Agenzia Italiana del
Farmaco), che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza, e sono
venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta
medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da
banco.
I prodotti di
erboristeria non hanno l’autorizzazione all’immissione in commercio e non
possono essere definiti medicinali anche se talora hanno un’attività
farmacologica.”[1]
- “Si definisce medicinale omeopatico ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla farmacopea europea. Un medicinale omeopatico può contenere più sostanze e ha la denominazione scientifica del ceppo o dei ceppi omeopatici o, in mancanza di questa, la denominazione scientifica del materiale o dei materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o altra denominazione figurante in una farmacopea, accompagnata tra parentesi dalla denominazione propria della tradizione omeopatica seguita dal grado di diluizione.”[2]
Ora soffermiamoci sulla frase: “I medicinali fitoterapici
sono tutti quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale”. La
domanda sorge spontanea: “Basta avere un farmaco avente una sostanza vegetale
come principio attivo per parlare di fitoterapico?”. La risposta è no. Anche un
medicinale omeopatico può avere una sostanza attiva di origine vegetale. Ma non
solo, nel caso degli omeopatici i
principi attivi possono essere di origine vegetale, animale, minerale.
All’inizio, nella definizione di medicinale omeopatico data
dal Ministero, si parlava di materiali di partenza per preparazioni omeopatiche.
Il materiale di partenza è generalmente costituito da una tintura madre o un
macerato glicerico, nel caso di materie prime di origine vegetale o animale o
umana, o la sostanza stessa nel caso di materie prime di origine chimica o
minerale. Inoltre il medicinale omeopatico può essere sia la stessa sostanza
attiva confezionata oppure ulteriormente diluita/lavorata.[3]
Una differenza sostanziale tra fitoterapici e omeopatici è
il principio su cui si fondano.
- Similia Similibus Curentur (si curino i simili
con i simili) è il principio di base dell’omeopatia. In pratica, per curare un
individuo ammalato bisogna provocare in lui una malattia simile a quella che
egli sta vivendo.
Esempio: la cipolla (Allium cepa) viene utilizzata come
rimedio omeopatico nei casi di rinite con rinorrea non escoriante ed epifora
irritante. Come mai proprio la cipolla? Se ci pensate bene, ogni volta che si
sbuccia una cipolla compaiono gli stessi segni presenti in caso di rinite. Ecco
spiegata la legge della similitudine.
- Contraria Contrariis Curentur (si curino i
contrari con i contrari), principio alla base della medicina convenzionale e
della fitoterapia. Esempio: se si soffre di depressione si potrebbe assumere
NERVAXON, medicinale fitoterapico a base di estratto secco di Iperico dalle
proprietà antidepressive.
Un’ulteriore distinzione fra le due classi di farmaci viene
fatta sulla base della modalità di preparazione.
I farmaci omeopatici contengono dosi infinitesimali di varie
sostanze. Diluizione
e dinamizzazione sono i due processi caratteristici dell’omeopatia:
il materiale di partenza viene diluito in flaconi seprarati con operazioni
successive in rapporto di 1:100 (diluizione centesimale designata con
l’abbreviazione CH o C) o 1:10 (diluzione decimale identificata con l’abbreviazione
DH o D) e successivamente sottoposto ad agitazione (Dinamizzazione).
Esempio: per la preparazione della prima Diluizione
Centesimale (1CH) si parte dalla Tintura Madre e si diluisce una parte di essa
in 99 parti di solvente, facendo seguire questo processo di diluizione da 100
scosse (processo di dinamizzazione). Per la preparazione delle Diluizioni
Decimali (D) il rapporto soluto/solvente è di 1:10 (anziché 1:100) e le scosse
di dinamizzazione sono 10 (anziché 100). Per esempio, per preparare una
diluizione D10 si parte dalla D9, si preleva una parte di essa e si diluisce in
9 parti di solvente, facendo seguire questo procedimento da 10 scosse. [4]
Ne deriva che maggiore è la diluizione, minore sarà la
quantità di principio attivo originale presente alla fine del processo.
In fitoterapia le
droghe vegetali vengono sottoposte a metodi di preparazione di tipo meccanico
(frantumazione, triturazione, polverizzazione, spremitura) ed estrattivo
(estrazione alcoolica, acquosa, con solventi). I fitoterapici contengono
principi attivi estratti dalle piante in dosi ponderali quindi nessuna diluizione omeopatica. Ergo, si
mantengono le caratteristiche e le proprietà terapeutiche di partenza.
[1] http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=3617&area=farmaci&menu=med[2] http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3616&area=farmaci&menu=med
[3] http://www.agenziafarmaco.gov.it/allegati/modulo_3ctd_260309.pdf
[4] http://guna.com/it/omeopatia-da-ippocrate-a-hahnemann/